Come reagiamo agli eventi (anche interiori) che ci fanno stare male?
Cosa sto facendo io, e cosa fate voi
Nell’ultimo anno sono successe delle cose nella mia vita personale che hanno reso necessario affrontare una volta per tutte una questione: come gestire le cose che mi fanno stare male. Non so se questa cosa sia così importante per tutte le persone, per tante persone o per poche, ma personalmente è qualcosa che ha sempre avuto un grande impatto su di me.
Litigare con qualcuno a cui voglio bene, avere paura che qualcosa di negativo succeda (non un evento vero quindi, ma un evento nella mia mente), una cosa che non va come mi ero aspettata. La sensazione che mi lasciano questi eventi è spesso questa: un nodo enorme nello stomaco, la sensazione di essere leggera, ma non leggera come quando sei felice, leggera come quando stai per svenire. Mani che tremano, pensieri spiacevoli che corrono veloci anche se tento di addomesticarli. Una generale sensazione di malessere che mi fa sentire come se fossi in pericolo.
Solitamente, in pericolo non sono. Razionalmente lo so, e spesso cerco di spiegarlo alla mia mente e al mio corpo. ‘Non succede niente. Siamo al sicuro. è solo un litigio. è solo una paura. Non succederà niente. Queste emozioni non mi appartengono. Non sarà così per sempre, è solo una sensazione temporanea’. Eccetera. Penso vi ritroverete in alcune di queste parole, ma vi prego di farmelo sapere per capire quanto diversi e quanto simili siamo, e per scambiarci strategie di sopravvivenza.
Insomma, questa sensazione spiacevole mi avvolge come la melassa, la sento pesarmi addosso e per quanto razionalmente cerchi di rispondere ai pensieri negativi con qualcosa di razionale per calmarmi, le emozioni solitamente all’inizio vincono. Una delle cose che ho imparato è di non combatterle troppo. Anche se so che non è razionale sentirsi così male per aver discusso con qualcuno, anche se razionalmente so che le paure nella mia testa sono spesso solo paure, le emozioni non vanno via subito. Rimangono lì scuotendo il mio corpo con vari gradi di violenza.
Ho imparato però che non devo per forza identificarmi con le emozioni che provo. Sono cose che mi succedono, e a volte la meditazione funziona, a volte camminare funziona, a volte distrarmi con altro funziona, a volte scrivere i miei pensieri e le mie emozioni funziona, e altre volte meno. Ho imparato ad accettarlo, ricordando a me stessa che passerà. Tutte le emozioni negative di tutti gli eventi negativi (fisici o mentali) della mia vita sono sempre passate. Di solito la fase più acuta dura qualche ora, un giorno o al massimo un paio di giorni. E poi torno ad essere la vera me, bilanciata, serena, determinata. Si tratta '“solo” di attraversare la tempesta delle mie emozioni momentaneamente, sapendo che finirà presto, anche se sul momento queste emozioni mi stanno attaccando da tutti i lati.
A un certo punto, a forza di ridirezionare i miei pensieri dove voglio che vadano (‘andrà tutto bene, si risolverà tutto, non c’è motivo di avere paura, non abbiamo fatto niente di male’) il mio corpo comincia a capire che davvero non c’è un pericolo. Che non moriremo, insomma. Così gradualmente la morsa allo stomaco si assottiglia e torno me stessa. Mi riconosco di nuovo. Il mondo sembra di nuovo un posto di cui mi posso fidare, ci sono di nuovo motivi per sorridere, non mi sento più come un fascio di nervi. La mente sta bene. Il corpo sta bene. Mi sento grata e mi riprometto sempre di non ricaderci la prossima volta (ogni volta).
Mi piacerebbe sapere come navigate voi queste emozioni, se sentite le stesse cose e quali strategie usate per tornare voi stessi. Oppure se, magari, lasciate che tutto faccia il suo corso senza interferire.